venerdì 18 aprile 2008

Parole rosse


Certe notti cantava Ligabue. Certe notti sono profumate di zagara, fatte di nulla e di cocci rotti. Di lavoro e di acquari della vita. Di vetri attraverso cui guardare.
Di bianco e nero, di fili spinati, di muri e barriere. Notti in cui la luna scompare o è lì nel cielo, pronta a brillare, ma sono i miei occhi a non vederla. Perché è il nero il mio colore. E in quello mi sciolgo, mi sento liquefatta, a volte persa in un grande abisso.
Non vedo i colori, o meglio li osservo ma non riesco a vederli.
In alcuni istanti sembra che la mia vita li abbia persi. Immersa in quel bianco e nero, dove non esistono vie di mezzo, non esiste mediazione. Non c’è grigio, non ci sono sfumature.
Neppure per me che ho sempre creduto negli infiniti stadi di grigio. In quelle fessure dove nascondersi, dove fermarsi a riprendere fiato. Postazioni di vedetta, da dove comprendere e studiare la rotta per il cammino.
Ma le posizioni intermedie non sono fatte per me. Le attese, gli intermezzi, quegli intervalli confusi non mi appartengono: io decido, agisco. Piango ma domino le mie scelte, anche quando arriva la marea, anche quando scelgo di rimanere seduta su un lato del fiume.
Perché a pensarci io sono come il rosso, un colore che spicca. Impegnativa, imbarazzante, senza pudore, che rivendica la sua appartenenza, quasi come se urlasse. Che sa di passione e sangue, di allegria, di labbra da baciare, di pomodori essiccati al sole, di vigne e bicchieri di Merlot. Sono il cappottino rosso nel bianco e nero di Schinderl’s list.
La bambina che cammina, nel dolore, nell’innocenza e sembra urlare contro l’ingiustizia e l’orrore.
Cammino con la consapevolezza che è giunto il momento di lasciare un’impronta. Di dare un significato, che ho voglia di emozioni importanti.
Vivo in una casa bianca e nera, dove spicca un’unica parete rosso fragola, rosso cuore.
Come il colore del mio rossetto preferito, quello che non metto mai per pudore, che mi fa sentire sfacciata e peccaminosa, con labbra da baciare.
A volte mi chiedo: “ Ci sarà mai chi sceglierà il rosso in questo mondo in bianco e nero?” Poi arrivano le coincidenze, basta niente, la scelta di una foto e ritrovo quel rosso.
Mi ricordo che si può vivere lontano dall’omologazione.
Dove le parole, i sentimenti, le azioni sono sempre scritte con tratti decisi e color rosso vermiglio.

Foto Redwords di Fotorita

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