martedì 31 maggio 2011

Orme cancellate



Un insolito ritmo regolare per il taglio delle verdure. Come l’accordo armonico ripetuto. Lei prepara la cena. Lo sta facendo guardando il prato davanti, le siepi di lavanda, le due alte palme al confine con il cancello di ferro. Oltre quello la riga di sabbia e la riva del mar Mediterraneo.

Il tramonto insanguina l’orizzonte e lei percepisce il senso di nostalgia costante.

Si ricorda l’origine della parola nostalgia, dal greco nostos (ritorno) e àlgos (dolore), inventato nel XVII secolo per indicare la designazione dotta del dolore per la lontananza da casa. Era sul giornale di oggi, un articolo secondo cui per uno studio inglese rimpiangere il passato aiuta gli adulti ad affrontare il presente.

“Le persone nostalgiche sono in realtà le più forti, perché capaci di rimettere insieme i pezzi del passato e fare della vita un percorso compatto”.

Le era rimasta impressa quella frase.

Lui affiora dal profilo annerito della giornata che si chiude. Con la t-shirt da jogging inzuppata e madido di sudore.

Respira forte, ingoia l’aria della sera e il tempo delle promesse realizzate.

Il cane sbuffa affannosamente al suo fianco, continuando a corrergli intorno.

Lui si ferma per un istante. Il profumo di lei è arrivato fino alla spiaggia, essenza di tuberose. E’ l’odore di un ricordo che ha attraversato le stagioni senza essere scalfito, le tempeste senza annegare, ha vinto la resistenza del futuro dandogli qui e ora la sensazione che tutto sia stato possibile e quello che non è stato non valesse la pena.

Lei interrompe i suoi gesti laboriosi, si pulisce le mani ed esce dalla cucina, verso la spiaggia a cercare nella luce magica del crepuscolo il suo sorriso bambino. Lo trova in cima ad un pensiero sorpreso, sulla sommità delle opportunità concesse a entrambi.

E’ lì ad aspettarla, ha raccolto per lei tutta la tenerezza che esprime il mondo in quell’attimo, capace di trasformare le cicatrici in trofei, di superare le aspettative di slancio, come se niente altro fosse dato. Non più. Non qui ed ora.

Si abbracciano. Si girano intrecciati verso l’acqua. Lui dice: “Marguerite Yourcenar non avrebbe più dovuto scrivere nulla dopo “Memorie di Adriano”. Lei risponde “Muhammad Ali non avrebbe dovuto più tirare un colpo di boxe dopo il pugno fantasma a Sonny Liston”.

I loro piedi nudi lasciano impronte sulla riva. Lui dice: “ Non avremo mai più di così”. Lei non risponde perché il rumore della risacca le toglie il respiro. Entrambi provano un minuscolo dolore nel vedere le loro orme cancellate dall'onda. Il cane si accuccia sulla riva.

Il Piccolo Principe fini sulla terra, nel bel mezzo del deserto.

"Dove sono gli uomini?" disse il Piccolo Principe "si é un pò soli nel deserto"

"Si è soli anche con gli uomini" rispose il serpente

Antoine de Saint-Exupéry

martedì 10 maggio 2011

Seduta ad aspettare

Ogni tanto bisogna apprezzare il valore dell'attesa, serve a pensare, a riascoltare i nostri veri desideri.

Foto di Eleonora Costa