domenica 15 gennaio 2012

Lettera ad un'amica

Stamattina svegliandomi con la pioggia e l'emicrania, ho cominciato in ritardo la lettura dei giornali, ma aprendo il Corriere, l’articolo della 27ettesima ora http://27esimaora.corriere.it/articolo/innamorarsi-dopo-i-40-annie-ridicolo/

mi ha lasciata pietrificata aggiungendo domande a quelle che di solito il mio cervello si fa di suo.

Poi aprendo FB mi accorgo che aveva colpito anche te. E’ come se qualcuno mi avesse preso a schiaffi, senza motivo e senza vergogna – che e’ peggio-.

Come ci puo’ ancora permettere di giudicare e di sentenziare, da quale alta posizione priva di valori morali e dove la bellezza sempre unico criterio di valutazione? Mi sembra d’essere stata offesa – e meno male, amica mia, che anche tu l’hai vissuta cosi’-. Non so se quello che mi tocca e’ l’eta’ e’ l’incapacita’ d’innamorarmi e la pochezza in giro, o se mi senta come qualcuno a cui e’ stata svaligiata casa. Gia’ vivo in preda a costanti tempeste interne e riprendo il timone della mia nave cercando porti e bonaccia, ove possibile. Ma avere pure la lezioncina da una ventenne, beh mi sembra troppo. Tanto e’ inutile spiegarle che ci arrivera’ pure lei, magari con un marito trovato a venticinque anni di cui s’annoiera’ e avra’ la stessa voglia d’innamorarsi, forse ancora piu’ amplificata. Perche’ dovra’ colmare gli errori commessi e le disillusioni incontrate. Inutile spiegarle che poi se ci arriva a quarantenni forse potra’ anche capire che, nonostante le rughe esterne e le ferite interne, si sta meglio che a vent’anni. Si e’ – o si dovrebbe- fatto pace con se stessi, si rifanno i bilanci e i “business plan” della propria vita, si incomincia a fare ordine, si tiene solo il meglio, si sceglie solo il meglio.

Non vorrei mai tornare ai miei vent’anni, voglio pensare che il meglio deve ancora venire, anche se sono certa di mentire un po’. Ma non voglio che qualcuno, cresciuto a pane e Berlusconi mi venga a parlare del mio diritto all’emozioni. A quarant’anni m’innamoro di un film, di un libro, di una canzone, di un balletto, delle Suite per violoncello di Bach, del silenzio, di un’alba perfetta, certi giorni anche di chi sono diventata. E questo e’ un diritto che non concedo a nessuno di togliermi e spero di poterlo utilizzare finche’ mi rimarra’ l’ultimo afflato di vita nel mio corpo.

Se poi dovessi anche, per caso o per magia, innamorarmi di un uomo… vorra’ dire che valutero’ l’assunzione del rischio.

Ti abbraccio forte amica mia

venerdì 13 gennaio 2012