lunedì 14 aprile 2008

Il sapore dolce amaro dei ricordi


Se un giorno fosse possibile sbarazzarsi per sempre di un ricordo, quale cancellereste?
Cancellare significa davvero dimenticare? Che sia una storia d'amore finita male - come nel film "Se mi lasci ti cancello" - o qualcosa di ancora peggiore, come un trauma o una violenza, l'idea di poterla annullare dalla mente, o per lo meno renderla più sopportabile, sembra un sogno. Eppure un gruppo di ricercatori annuncia di essere riuscito nell'impresa, sperimentando un farmaco che riesce a provocare una sorta di amnesia selettiva, bloccando i percorsi biochimici che fanno sì che il ricordo venga recuperato dalla mente. Capace di rimuovere ricordi sgradevoli che, nostro malgrado, la memoria si ostina a conservare.
Eliminare la parte emotiva del ricordo nel momento in cui lo stavano recuperando, lasciando però intatta la parte conscia, in modo da poterne ricordare tutti i dettagli, ma senza esserne devastati psicologicamente.
Esattamente quello che succedeva al protagonista del film, Jim Carrey, che voleva cancellare i ricordi di una storia d’amore finita male, però poi non riusciva nell’impresa e tornava a innamorarsi della stessa donna.
Ma buttare via un ricordo non annulla chi siamo? I dispiaceri vissuti raccontano di noi, da dove veniamo, le lacerazioni, le perdite prima o poi si trasformano. Ogni ricordo è lo snodo di un’esistenza e assume un significato particolare. Ogni brutto ricordo racchiude una parte di noi stessi e ci porta dove siamo.
Manipolarli è un esperimento pericoloso, perché non sai mai come verrà usato.
L'idea di poter cancellare in maniera selettiva ciò che non si vuole più ricordare è affascinante e potrebbe essere risolutiva per chi è tormentato da traumi passati che non si riescono a mettere a tacere.
Eppure non mancano le polemiche per le possibili implicazioni di una tale manipolazione. Un Prozac al contrario, una pillola dell’amnesia che dovrebbe essere regolamentata per impedirne un uso “leggero” e dissennato. Perché al giorno d’oggi è l’infelicità che ci fa paura e i ricordi dolorosi ne fanno parte. Ma rimuoverli non sarebbe come cercare di staccare una parte di sé?. Siamo anche in base alla nostra storia, a chi abbiamo incontrato, a chi abbiamo amato, ai nostri amici, agli incontri, fortunati e non. Modificare il contenuto della nostra memoria equivale a mutare anche la nostra personalità? Certo ognuno ha il diritto di eliminare quale brutto ricordo, ma talvolta non sarebbe male uscire da noi stessi per capire quello che ci sta intorno, utilizzare quello che le nonne chiamavano “il sano buon senso”. A volte è proprio da un senso di colpa, da un dolore, e’ dalla memoria di qualcosa che troviamo il senso delle cose. E poi come si chiedeva Gena Rowlands nella frase finale di “Un’altra donna” di Woody Allen: “Un ricordo è qualcosa che hai o qualcosa che hai perduto?”
Nell’ufficio delle cose perdute e ritrovate della nostra vita forse avremmo bisogno di un maggiore archivio e di meno pillole per l’amnesia, tutto va conservato, perché ciascuno di questi singoli momenti ha il potere di renderci più forti, più consapevoli e profondi.
E quando proprio non riusciamo a non dimenticare allora seguiamo il consiglio di un film italiano che ha avuto critiche entusiastiche a Venezia “Non pensarci”. Affrontiamo ogni giorno con la certezza che forse non sarà da dimenticare, magari qualcosa da ricordare ci resterà. Forse la bellezza della vita sta proprio nell’imponderabile, nella capacità di stupirci sempre.
Foto Riscrivere il passato di Axom

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