giovedì 29 maggio 2008

Divertissement


“Ma sai, cioè in fondo in fondo.. chi parte sa da che cosa fugge, ma non sa che cosa cerca…” Cunusc pure tu a Lell?
Omaggio a Massimo Troisi
Foto si viaggiare di suyensadai

martedì 27 maggio 2008

Perchè il corteggiamento non esiste più?

In un mondo di Peter Pan e Campanellini, giocare sembra essere diventato l’unico modo possibile per affrontarsi. Ci si affronta secondo tattiche utili più ai giochi di ruolo che non ad una volontà di relazione, retta da qualche forma d’affetto.
E’ come una partita di tennis, dove la palla aspetta di essere rimandata da un punto all’altro della rete, ma i giocatori sono dei palleggiatori. Pochi colpi sotto rete, solo interminabili scambi, spesso noiosi. Tutti in attesa di una reazione. Un uomo si
comporta in un determinato modo perché si aspetta una reazione determinata della donna e viceversa. Faccio questo perché tu, di conseguenza, ti comporterai così.
Non c’è alcun divertimento, le donne troppo prese da se stesse, dalle loro scarpe e borse costose, dalla paccottiglia finta che spazia dal silicone alle labbra o alle tette, dalle unghie posticce, alle chiome appiccicate. Gli uomini troppo annoiati, perché corteggiare richiederebbe tempo e impegno.
Forse per entrambi richiede cervello e sembra materiale estinto.
Così ci si muove come dentro una partita infinita, cercando di guadagnare set e game.
Eppure il corteggiamento contiene quegli ingredienti di desiderio, lusinghe, attenzioni e sguardi che lo rende una cosa straordinaria. Sia per chi corteggia che per chi si lascia corteggiare. E’ un atteggiamento antico, fascinoso e pieno di storia.
Perché perdiamo sempre le cose migliori nel nome della globalizzazione?

Foto di fgross

domenica 25 maggio 2008

Le zone opache

Ci sono sempre delle sfumature di grigio in un mondo fatto in bianco e nero.
Sono dei triangoli dove riponiamo le cose che non ci sono chiare. Le parole che avremmo voluto dire e non abbiamo pronunziato, sono angoli di pudore, di vergogna, d’incertezza. Le zone opache, quelle che non abbiamo definito.
Senza un vero nome. Quelle in cui riporre attimi inquieti e pensieri di pace nel desiderio di battaglia.
Ci sono giorni in cui sentiamo che le parole possono spingerci su una china pericolosa e farci dire cose che è meglio tacere.
Io allora ho imparato a rifugiarmi nella mia zona opaca. Lì scelgo il silenzio, quando è possibile mi affido ad uno sguardo, ad un abbraccio. E tutto si dissolve.
La vita diventa più facile. Anche per una donna di parole. Ci sono intese dove le parole non servono, perché le complicità sono più profonde e gli affetti hanno solo bisogno di sorrisi silenziosi.

Foto retrotraveler

giovedì 22 maggio 2008

il tempo dell'aperitivo

Gli aperitivi sono diventati i nuovi supermercati dell’incontro?
Anche loro brevi, veloci, senza l’intimità di una cena vis a vis.
Sono rapidità e scarto. Come quando da piccoli ci scambiavamo le figurine.
Un bicchiere, cibo dannoso e grasso, qualche piatto fusion o vegetariano. Uguali a tutte le latitudini. Gli stessi professionisti o finti tali, da Canary Wharf a Wall Street, Piazza Borsa, da La Defense ai farraginosi ministeri romani, fino alle zone commerciali di una città di provincia. Li trovi tutti lì schierati. Gli uomini sono qualcuno in giacca e cravatta, altri in look alternativo. Hanno tutti lo stesso sguardo, scrutatore e assente. Le donne sono multiformi, variopinte. Potresti classificarle per età, delusioni e speranze, mai pronte a mollare, potrebbero funzionare meglio degli scaglioni ISTAT.
Difficile capire quale categoria tra i due contendenti è più annoiata.
Forse è la vita ad annoiarli. Oppure quella è la loro fascia della giornata preferita.
Dopo un lavoro che non li soddisfa, dopo ore al computer, davanti a colleghi che ucciderebbero.
Nessuno sembra veramente felice. Ma che vuole dire essere felici? Che vuol dire per loro? Per questa massa che si muove tra tacchi vertiginosi, jeans a pelle e cravatte banali.
Cosa cercano? Non c’è allegria vera nelle loro battute, non c’è brio.
Il vantaggio di chi sta cominciando una ricerca è che ha molte fonti, bibliografie e analizza i fatti. Come un piccolo chimico si pone davanti agli esperimenti e prova a categorizzare. Si può applicare su tutto, anche sulle modalità di relazione del mondo umano.
Per questo mi ostino a frequentare le giungle urbane, i paradisi dei single rampanti. Per proseguire la ricerca, per continuare i test.
Ogni volta cerco con lo sguardo qualcuno, fisso una coppia e osservo le sperimentazioni, approcci uguali, risultati diversi.
Ogni volta vorrei dirigere alcune conversazioni, ma lo studioso deve solo osservare, mantenere un “neutral point of view”.
E’ da lì che parte la ricerca, da là che nascono gli studi antropologici. Per i risultati c’è ancora tempo. Intanto c’è un’unica certezza la specie umana ha in sé moltissimi animali.
Basta solo capire chi è pavone, chi scimmia e chi iena. A occhio l’ultima specie è in ascesa.

Foto patatine di pandora

mercoledì 21 maggio 2008

Emozioni a velocità


Velocità, frenesia. Correre sempre, senza sapere perché. Per abitudine, per necessità, per dovere, per il normale ritmo di questa vita.
Dimenticando, scegliendo l’oblio in questa corsa.
Pensare che questo sia il ritmo giusto e riordinare il mondo sotto regole assurde e inutili.
Ogni tanto sembriamo non scegliere di vivere. Invece servirebbe un sano ozio, il gusto della pigrizia, di non lasciarci comandare dal tempo. Di ritrovare il nostro, sentire il battito delle nostre pulsazioni, quello dettato dal corpo, non dalla testa. Quello che ci impone di ascoltare l’istinto, di dimenticare la ragione. Che ci ricorda che noi siamo animali, forse addomesticati, a volte solo perdutamente preda dell’oblio della razionalità.
Chi l’ha detto che tutto debba avere una risposta scientifica e provata. A volte le emozioni più intense sono impiegabili e folli, è quello che ti guida verso qualcuno seguendone il profumo. Lasciandosi attirare dai sensi, dall’odore della pelle. Dalle percezioni animali. Perché in un mondo dove tutto è costruito, queste sono rimaste intatte. Bisogna solo guardare, aprire occhi, naso e mani. Vista, olfatto e tatto. Aprire anche il senso nascosto e lasciarsi guidare.
Senza armature e senza finzioni.
Dell’istinto mi fido.
Mi fido di te, io ti cercherò come un raggio di sole, perché io lo so che non sono solo…. A te Lorenzo, emozioni a velocità ma con il tempo per pensare, sempre.
Per sentire e vivere. Come fosse l’ultimo giorno.


che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati, tante volte la vita ci passa accanto e non ce ne accorgiamo nemmeno...(andrea guerra, le fate ignoranti)
Foto la vita che passa di Auro

lunedì 19 maggio 2008

A che età si cominciano a inseguire gli uccelli?


Sabato sera da studio antropologico, in perfetto stile Sex and the city. Anche in una città di provincia. Una serata piena di donne sole, età varie. Nei bar dell'aperitivo, nei ristoranti, ai semafori. Un fenomeno in ascesa.
Apparentemente appagate dalla compagnia femminile e poi basta un nulla e guardi il loro sguardo rapace all'ingresso di un uomo.
Così mi sono fermata ad osservare, con taccuino e occhi aperti. Pronta per un ricerca.
I risultati non mi sono sembrati edificanti. Ma io ho un cervello troppo maschile, cercavo di comprendere, di trovare una motivazione ad alcuni comportamenti.
Credo sia semplicemente natura.
Per cui la domanda che sintetizza il tutto è solo il titolo di questo post.
Perchè non imparare ad essere felici di quello che ci gira intorno? Perchè non smettere di considerarsi prede e predatrici?
Perchè non provare ad essere solo uomini e donne, riprendendo tempi e parole?
Ho imparato una cosa: a volte essere uno studioso dei comportamenti ha i suoi lati positivi.
Lasci fuori i giudizi e analizzi i fatti, sorridendo più di quanto credi.
E facendo preziosa esperienza di ciò che non vorrai mai per te.

Foto di francescomclane

venerdì 16 maggio 2008

Nel cammino

Spesso guardando dove si mettono i piedi, si perde l'orientamento....
Forse ogni tanto è bello avere visioni diverse, non fermarsi ad osservare i propri passi

Foto Des paroles, ques des paroles di Mernas

martedì 13 maggio 2008

Possibilità

Dicono che i giorni sono spesso tutti uguali: non è vero.
Lo sembrano finché non accade qualcosa che sconvolge l’ordine naturale.
E spalanca una finestra.
Basta poco. Perdi tutto e riconquisti tutto.
C’era una bellissima frase di Carlos Castaneda che diceva: “Non puoi sapere cosa ti aprirà gli occhi…Una piccola nuvola nel cielo, gli occhi di una donna e di un vecchio gallo da combattimento. Ma per cominciare a vivere dovrai prima perdere tutto, perdere tutto, perdere tutto…”
In quell’istante ritrovi te stesso, i desideri, il coraggio, la speranza, forse anche i sogni.
La tua vita ti ritorna in mente. Spogliarsi dei fardelli, degli errori, delle colpe, di tutte quelle infinite volte in cui hai detto: “ho sbagliato”.
Nuda davanti alla tua vita, senza abiti, senza tentazioni, senza paure e senza un giudizio. Ripercorrerla, sfogliare un album di fotografie in bianco e nero, dimenticare i colori, lasciarsi solo catturare dalla forza delle immagini, da uno sguardo, da singoli dettagli che catturano l’attenzione.
Capire nella maniera più banale quello che vuoi.
Sapere che c’è sempre una seconda occasione: “Non c'è mai un'unica vita: c'è quella che ci viene data, poi ci sono le sue rovine e quell'altra che sappiamo ricostruirci sopra. E' la seconda, ad appartenerci”.
Svegliarsi e sorridere.
Alle nuove possibilità, alle nuove speranze, alle cose che ho imparato, semplicemente all'idea di essere vivi.

Foto the new hope di kwerfeldein

domenica 11 maggio 2008

Aperture e chiusure

Qualcuno mi ha invitato a riflettere sul mio essere propositiva, sulla capacità di aprire ancora le porte e il mio sorriso. Ma tenere la propria porta chiusa, è come aver finito di vivere...

Foto Blu door di Klearchos Kapoutsis

venerdì 9 maggio 2008

La sottile perversione dell’essere esteta

Foto lavagna esteta di Mr. Fumino

giovedì 8 maggio 2008

Sospesi



Scuro e concreto, lui è per lei ancora alla realtà.
Lei, in cambio, gli è strada per il cielo.
Dividono uno sguardo, forse i pensieri.
Li unisce una mano, stretta forte; un legame che la volontà non spezza.
Ed un segreto vela di tristezza il sorriso di lei.
Vorrebbe svelarglielo e non può; serra le labbra, attende. Se si concentra, forse svanirà. E lo guarda attenta, bevendo dal suo sorriso la forza per conservarlo a lungo.
Non lo conosce lui, ancora: e il suo, di sorriso, arriva agli occhi.
Camminano insieme così, prolungando ancora momenti sereni: buon cibo, vino, parole divise e una tovaglia a fiori.
Hanno alle spalle un destino rosa, di sacralità e devozione; li attende ancora al loro ritorno, ma non ora.
Ora è momento magico, sospeso tra terra e cielo.
E se hanno fortuna, durerà per sempre.

Ho trovato queste righe su Internet, pubblicate da riccio nascosto. Non potrei aggiungere nulla di più. Una descrizione perfetta di un quadro surreale e magico.

domenica 4 maggio 2008

On the road

I still haven't found what I looking for...cantavano gli U2, ma girovagare senza meta può essere molto piacevole. Senza cartine, senza percorso. Con il privilegio di potersi perdere, per trovare nuove vie. Dentro e fuori di sè.

Foto You are where di Idle Type

venerdì 2 maggio 2008

L'oscuro mondo della manicure


Da un po’ osservo uno strano fenomeno, purtroppo dilagante.
La semplicità è sparita, io ho pianto al suo funerale, con il mio sobrio little black dress, avevo pure un elegantissimo cappello – e quando mi ricapitava di poterlo rimettere-.
Oggi una nuova moda ha preso piede: le unghie colorate, finte, vere, quadrate, french manicure, rosse, con brillantini, smalti turchesi,gialli, verde acido, con diagonali e doppi colori.

Per una come me che fa fatica pure a tenerle lunghe perché intralciano la mia velocità di battuta sulla tastiera è veramente un mondo affascinante.
Ho deciso di categorizzare: Dimmi che unghie hai e ti dirò chi sei?

Intellettuale, raffinata, per le altre decisamente banale: mantiene lo stile classico, mai colore, manicure rotonda, al massimo un po’ quadrata, smalto quasi assente, tutt’al più color latte o crema. Less is more è il suo motto.
Il suo fascino sta dietro, nello sguardo, nella parola, la sua femminilità è velata, da scoprire come i sette veli di Salomè. Unico serio problema: dove sono gli uomini disposti a togliere i veli?

Aggressiva, femminile senza tempo: rosso per affermare il suo potere, per mettere in mostra. Una parte di sé ha ancora retaggi di Barbie, anche se ha imparato che: “Non abbiamo un fisico senza cellulite, non siamo bionde con gli occhi azzurri, non abbiamo una decappottabile rosa, non abbiamo solo vestiti sbrilluccicosi, non abbiamo fatto tutti i lavori del mondo semplicemente con un cambio d'abito.”
Però l’ambizione segreta resta, è facile se sei cresciuta con questo prototipo di donna.
Una donna per cui tutto è possibile, una superdonna.
Una donna a cui basta uno stetoscopio per essere medico, un microfono per essere cantante, un uomo vestito da sposo per essere sposa.
Una donna che nella sua vita ha avuto 38 animali, un camper, la patente di volo, 40 lavori diversi, perfino una campagna presidenziale scritta dalla Mattel.
Una donna, che sebbene abbia ben 50 anni, non ha una sola ruga e le sue tette non cedono alla forza di gravità.
In fondo, niente è più diseducativo delle Barbie.
Però le unghie rosse, la fanno sentire così speciale, in genere chi osa ha spesso mani bellissime e curate.

Brilli e scintilli: glitter & co. Splendore sull’unghia. Trionfi di lustrini, in genere adorate da estetiste e manicure, le vere esploratrici delle nuove frontiere. Loro osano, senza vergogna. E poi convincono, trovano adepte tra timide casalinghe in cerca di follie.
Così la categoria raccoglie opposti e contrasti. Per uno stile che si speri passi presto di moda. Solo a guardarle inquietano. E se spaventano me che sono donna, che effetto faranno sugli uomini? Dovrò cominciare un’inchiesta. Una ricerca attenta e accurata. Di sicuro arriverò a risultati stupefacenti. Quasi come le droghe che dovrebbero darmi per vedermi con mani così. Però omaggio alla fantasia e al coraggio


L’ultima frontiera: la diagonale, ovvero il colore o smalto, spesso rosso o bordeaux, viene piazzato solo su un parte dell’unghia e una perfetta diagonale divide. A metà tra il classico e la modernità. Si potrebbe dire il Lucio Fontana della manicure. Avrà dietro una sua estetica, un concettuale estremo.
Il problema è che in genere sia chi le fa, sia chi le porta ignorano chi sia Fontana.
Come dire non puoi pretendere di introdurre una manicure all’arte moderna.

La french manicure e soprattutto le unghie finte: ricostruzione, ovvero la peste degli anni 2000.
Mani assassine che si muovono perfettamente resistenti, immacolate e tutte uguali.
La via all’omologazione. Saranno comode, avranno lunga durata. Ma mi spiegate perché? Io continuo a citare Nanni Moretti: “ Mi sa che anche in una società migliore di questa, io mi troverò sempre a mio agio con una minoranza”.
Dov’è finito il fascino sottile del mangiarsi le pellicine, quel modo di muovere le mani unico di ognuno di noi? Ci avviciniamo alla clonazione, sempre di più. Io proprio non le riesco a vedere.

Dicono sempre che gli occhi parlano di noi, io direi che le mani nascondono lati oscuri.


Foto nails di Unneva

giovedì 1 maggio 2008

Riti e minuetti

Tutte le città sono uguali, c’è lo stesso rito, ci sono flussi migratori e facce identiche.
Cambiano i nomi dei locali e delle strade, ma in fondo è il mondo a somigliarsi, quindi è normale che le situazioni si ripetano.
Lo scenario è facilmente intuibile. Aperitivo tendente al dopo cena. Uomini in cerca d’avventure, donne apparentemente prede e in realtà spietate cacciatrici. Ci si aggira svogliatamente su percorsi sempre uguali.
Un continuo guardarsi per capire chi c’è, chi è disponibile, chi si può portare chi a casa.
Dialoghi pressoché nulli, le solite cose che si ripetono per noia. Merce in esposizione, come immense macellerie del sesso. Solo tagli di carne.
Ma è realmente quello che vogliamo? Una grande bolla di nulla? E’ questo che ci rende felici alla fine di una giornata lavorativa o meglio di una settimana?
Solo un immenso gioco di finzione, fatto di piccoli minuetti tra i sessi, con poca battaglia. A volte penso anche poco desiderio.
Rapporti veloci, nomi che non si ricordano, usa e getta. Sesso solo sesso.
Eppure sembra che alla fine del gioco nessuno sia contento e tutti aspettino il “to be continued”, la seconda parte.
Nell’attesa che arrivi altro. Rapporti a tre, storie che s’incrociano, li guardo seduta al tavolo, con il mio solito sguardo da rapace, pronta ad afferrare il senso delle parole non dette, i movimenti dei corpi. Alla fine la cosa che più terrorizza tutti e l’unica cosa che ricercano realmente è l’intimità.
Tutti, uomini e donne, cercano solo un posto nel mondo. Un abbraccio a cui tornare, qualcosa che li sollevi dalle fatiche degli aperitivi.
Una sana banale intimità. Ma intanto in mancanza di nulla: let’s go party!
Foto three martinis di Sgt Gooch