lunedì 30 marzo 2009

Compleanni

Cos’è la vita?
Ci sono momenti di bilanci e celebrazioni, come questo blog che ha compiuto un anno.
365 giorni dedicati a chi come me vede a occhi chiusi, a chi adora il profumo dei croissant appena sfornati, a chi impara dagli errori, a chi sa dare senza ricevere, a chi predilige il profumo del mare e il suono della risacca. Dedicato a chi ricerca la poesia, a chi si reinnamora del primo amore, a chi accende una candela e crede in un sogno, a chi si ricorda del primo bacio. A chi non dimentica l’emozione del primo giorno di scuola, del primo lavoro, della prima lettera d’amore.
Dedicato a chi sa soffrire, a chi sa amare, a chi non vive mai con i rimpianti.
A chi affronta viaggi d’andata e ritorno, a chi ascolta le voci del mondo, apre le porte alle sensazioni e agli odori, a chi ama Peter Pan e Alice nel paese delle Meraviglie.
Dedicato a chi si emoziona davanti a Miles Davis, alla voce di Mina, al tramonto, a chi ama l’acqua, la luce, la notte, la luna, i caratteri introversi e quelli estroversi.
Dedicato a tutti quegli amici che ti stanno accanto, con parole ed in silenzio.
Dedicato a tutti i libri che ti hanno cambiato la vita e te la cambieranno ancora.
Dedicato a chi insegue con cocciutaggine i sogni e non si abbandona mai alla vendetta. A chi sa rinnovarsi, guardarsi ad uno specchio, sorridere ad una ruga nuova e correre ancora. Correre incontro alla vita, perché la ama.

venerdì 20 marzo 2009

It never entered my mind

http://www.youtube.com/watch?v=vsb-lXec76w

Tutto è rallentato, pensieri, azioni, sguardi.
Guardo le mie mani, a volte le detesto, altre mi sembrano nervosi strumenti di lavoro, vorrei fossero lunghe affusolate, invece a volte le trovo infantili, mai femminili.
Non ho che crudeltà per me, sempre.
Dalla finestra il battito della pioggia si alterna a pallidi raggi di sole, la primavera che dovrebbe arrivare, l’attesa perenne di qualcosa che si compia.
Miles Davis mi fa compagnia, scioglie il ghiaccio della mia anima, attraversa i deserti e mi porta lontano. Altrove da qui, posso essere ovunque, sento il profumo del fico estivo, guardo un mare turchese dall’acqua cristallina, vedo il buio di New York e le sue mille luci, Roma e i ponti del lungotevere al tramonto, la sabbia lavica del vulcano, la savana africana, i boschi svedesi, la libertà di correre felici in motorino, le stelle cadenti fuori stagione, la bellezza della natura assoluta e perfetta, l’imperfezione di un capolavoro, la genialità di Picasso e la poesia di Chagall. La tromba mi conduce nel silenzio della complicità, dove basta guardarsi, dove le mie parole amate non servono, perché c’è altro. C’è l’attimo perfetto, quei rari momenti dove i pensieri non ti portano altrove, dove il desiderio d’essere coincide con dove sei.
C’è la magia. Quella rara che puoi incontrare solo poche volte nella vita.
O forse puoi ricrearla sempre, sta a te crederci.
Vedremo. L’unica cosa che rimane sempre: un sano “vedremo” che profuma di speranza e disillusione.


P.S. Avrei voluto caricare il video...ovviamente Blogspot ha problemi...dal link si accede alla meravigliosa musica di Miles

lunedì 2 marzo 2009

Coincidenze



A volte ci sono pensieri che ti frullano in testa e poi leggi qualcosa e vedi che qualcun'altro lo ha già tradotto in parole. Sintonie e coincidenze.

"Certe volte nella vita capita che ci sia troppo rumore. Il passato ti zavorra, e tu cammini a vuoto, come in certi incubi, o è il futuro a uncinarti il diaframma, e allora ti senti un quarto di bue appeso in macelleria. C’è qualcosa di brutto che ti sta capitando e si prende tutto di te, come una piovra malefica; o qualcosa di troppo bello, capita anche questo, che ti ubriaca. E allora voli, e noi non siamo creature adatte volare per il tempo maggiore di un salto, quando atterri rischi di farti male. Può essere stupendo –volare, voglio dire- e anche al dolore va riservata la giusta attenzione, più cerchi di sfuggirgli e più ne esige, tenendo i conti aperti finché non sono saldati. Ma non si può dargli tutto, né al bene né al male, né al passato né al futuro. Si deve contrattare, per non perdere il proprio baricentro, il “centro di gravità permanente” della canzone di Battiato. Io lo penso come un luogo aperto, luminoso e accogliente. Non il nucleo duro e roccioso dell’io, ma anzi, il posto dove l’io può fiduciosamente disfarsi, mettersi in libertà, fare passare di lì tutto e tutti, mille spiritelli iridescenti, perché non deve più difendersi da nulla.Per ritrovarlo io mi chiudo nel mio “camerino interiore”, mi viene da chiamarlo così, molto comodo perché te lo puoi portare dappertutto, come una di quelle tendine monoposto, non pesa niente ed è sempre pronto per accoglierti. E’ la tua casa, nessuno te la porterà mai via, e puoi tornarci ogni volta che vuoi. Ognuno può entrarci a modo suo –una preghiera, una piccola formula rituale, ma quando hai fatto un po’ di pratica non serve più nessun artificio, quello che conta è respirare bene, cominciando dall’espirare, - e ad un certo punto eccoti lì, accomodata sul fondo brillante del tuo essere, e circondata dagli ospiti più astrusi...."
Marina Terragni
C'è poco che cambierei. Per esempio il mio nome per quel luogo è: soffitta.
Dove rifugiarsi per leggere, per guardare il mondo dall'alto. I miei ospiti potrebbero essere uno scrittore con cui conversare amabilmente, un giornalista saggio e arguto come Tiziano Terzani.
Mi ritroverei nella sala del tempio di Dendur al MET, con Central Park alla mia destra, oppure a guardare il mare in tempesta da una torre di Positano o sul lungomare di Ortigia.
Magari stando su un prato a sognare.

Solo le note luminose dell’essere, infine. Un po’ di pace, finalmente.


Foto Magari stando su un prato a sognare di mr fumino