domenica 25 gennaio 2009

Non è romantico?


Alle volte i concetti cambiano, come le persone.
Si parla tanto di passione, di desiderio, di amore, eppure sembra che nessuno sappia più maneggiare le cose dell’amore.
Uomini e donne.
Per prima cosa manca l’abbandono. Ne leggevo proprio recentemente. Due articoli mi hanno colpito e due racconti di vita reale hanno rafforzato le tesi.
In un mondo dove tutto è precario, dove la crisi la respiri insieme allo smog o all’aria del mare, dove le preoccupazioni paralizzano i pensieri, è il terreno dei rapporti umani che dovrebbe giocare la partita definitiva.
Uno degli articoli diceva: “ Perderemo tutti, se non sapremo recuperare l’alfabeto del cuore.
Anoressia relazionale, analfabetismo sentimentale, consumismo sessuale, tante definizioni per descrivere semplicemente la scomparsa della passione, dell’amore.
Perduto ma rimpianto con infinita nostalgia.
Oggi si paragona la passione al sesso, invece non c’entra. E’ la capacità e la sfrontatezza di aderire completamente a qualcosa e a qualcuno, il coraggio di attecchire radici profonde. Il cuore di crederci, di coltivare i sogni.”

Ma come fai a credere quando anche il concetto stesso di romantico è in profonda crisi.
Le donne che non sono più capaci di cogliere i gesti, gli uomini che si sono dimenticati come usare il romanticismo, trasformandosi in maldestri nerds.
Esempi di vita reale, validi ad ogni latitudine, tanto cambia poco vivere a New York, Mumbai, Berlino o Catania.
I singles sono uguali, passano una giornata lavorando, poi si precipitano in palestra e poi raggiungono faticosamente casa dove si collegano al computer pensando di creare una coppia perfetta nel buio di dei loro appartamenti.
E non stiamo parlando di innamoramenti, qui si affronta solo il tema degli appuntamenti. Siamo allo stato embrionale o a volte allo stato di fase di transizione o limbo. Così quando si passa all’azione non virtuale, il dating ( appuntamenti e frequentazioni) è ormai un divertente gioco di nomignoli, crudi o metaforici.
La gamma femminile registra dal trombamico, alla maschera di bellezza al più duro e americano fuckbuddies, ovvero compagno di scopata.

Caso umano 1:
Due si conoscono in chat, dopo varie battute sulla tastiera, lei va da lui un pomeriggio.
Lo scopo dell’incontro era chiaro, pochi giri di parole, ci sono cose dove il romanticismo non c’entra.
E invece lui cosa fa? Nel mezzo dell’amplesso le dice: “Sì, amore”. Lei gli ha dovuto piazzare la testa tra le tette per impedirgli di vedere la sua risata.
Fuori luogo, fuori tempo, fuori tutto.
Caso umano 2:
Due si conoscono, lui ogni tanto la invita a bere qualcosa, finalmente una sera le strappa una cena. Lei si presenta al ristorante e lui si fa trovare lì con i fiori.
Se per caso avesse avuto una qualsiasi intenzione, la mossa errata le ha fatto cambiare idea.
Entrambi i casi sono pezzi di vita reale di due amiche. Due donne intelligenti, brillanti, non sdolcinate, ma dotate di romanticismo, capaci di capitolare davanti ad un giusta parola e un giusto gesto.
Comunque qui bisognerebbe fare un manuale. Semplicemente un libretto d’istruzioni per l’uso. Sarebbe comodo, forse sarebbe il primo che realmente studierei.
Dalla A alla Z, l’alfabeto del cuore.

mercoledì 21 gennaio 2009

Zero e mille

Certe sere basta poco, un ristorante giapponese, cinque amiche e il mondo rimane fuori.
Con la pioggia che cade incessante, la stanchezza e il malumore.
Ambienti grigi e neri, con tocchi di bianco e rosso, camerieri profusi – anche troppo – e chiacchiere ad alto tasso erotico.
Senza inibizione, senza freni e condite solo da risate. Liberatorie parole sugli uomini.
Archetipi femminili, Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha.
Ieri era lei a fare la parte del leone, la mangiatrice di uomini, quella che sa comportarsi come un uomo. Attenta conoscitrice e adorabile narratrice di storie e di sesso.
Di uomini, dimensioni e misure, di sorprese e fattori C.
Tra divagazioni su California rolls, nigiri, tempura e tonno, bicchieri di vino, coca cola Zero ( dove la lattina ha avuto anche un meraviglioso uso divulgatore) ognuna di noi, sentiva che qualcosa succedeva. Era come se l’intera giornata, a volte le tensioni di giorni, svanissero.
Potere taumaturgico di una risata. Della cattiveria femminile nel descrivere gli uomini, nel picconarli. Zero inibizioni e preconcetti, mille attenzioni e mille parole.
Pezzi di donne che unite fanno un insieme. Dove tutte inseguono ancora sogni, anche se hanno smesso di crederci. In fondo sanno che non lo faranno mai, perché sono donne. Anche qui zero e mille.
Perché sono vere, anche quando sconvolgono un intero ristorante, con le loro conversazioni, con confessioni e racconti da “spogliatoio maschile”.
Hanno imparato a prendere ciò che vogliono. A sapere ciò di cui hanno bisogno, a non accontentarsi, a ridere di se stesse.
Sempre e comunque.

mercoledì 14 gennaio 2009

Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finche’ dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,provare gratitudine senza ricordare di che .
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord, qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

Erri De Luca

mercoledì 7 gennaio 2009

Le geometrie

La geometria per assurdo mi ha sempre affascinato, anche per chi – come me-non ha mai trovato interessanti i numeri. Ma le linee, i triangoli, quel rigore nel percorso, quando riuscivo a capirlo, sentivo che potevo afferrare una parte del mistero. E così mi intrigava.
Proprio oggi mi sono trovata a paragonare i teoremi geometrici alle relazioni umane.
Anche in queste ci sono assunti, ipotesi, trapezi e triangoli. Forse più complesse a volte. Meno logiche, però con lo stesso complicato gioco di legami. Dove linee parallele non s’incontreranno mai, dove partendo dallo stesso punto ci si divide e non ci si trova mai.
Pitagora impazzirebbe per trovare un teorema, altro che ipotenusa e cateti.
Perché a osservare il mondo di oggi sembra che ci siano solo figure che non si somigliano, spigolose e trapezoidali. Dove sono gli angoli a prevalere e sono spesso ottusi.
Schierati su fronti opposti, non si formano le figure geometriche che tanto mi colpivano.
E poi penso a Kandinsky, a come mischiava geometrie morbidezze, ai colori e alle linee.
Mi ricordo che c’è sempre un lato impazzito, quello che non controlli, dove il teorema falla.
C’è una geometria che non controlleremo mai, quelle delle donne.
Esseri pericolosi, capaci di risorgere in un istante, di ricordarsi di se stesse, di sorridere al mondo e di ricominciare dicendo solo: E allora?
Senza logica, senza teoremi e regole. Anche sapendo che concavi e convessi potrebbero non incastrarsi mai, perfettamente consapevoli che le linee parallele non s’incontrano.
Però coscienti che esistono gli angoli retti e anche in una sola piccola porzione ci si arriva a toccare.
Come incipit può funzionare.

lunedì 5 gennaio 2009

Chissà, chissà domani

Papaveri rossi e campi fioriti.
Nuove aperture e nuovi inizi.

Foto Poppy Sweet Poppy di FotoRita