martedì 29 dicembre 2009

Aneddotica dell'irrequietezza



Rubo quest'istantanea di Gabriele Romagnoli, solo per riflettere su quanto a volte la nostra ricerca nella vita ci faccia perdere l'oggi. Dimenticando di gioire di ciò che abbiamo, non di quello che vorremmo.

Stavo in Sudafrica, lungo la costa che da Cape Town conduce a Port Elizabeth. Avevo trovato una meravigliosa striscia di spiaggia sulla quale sorgevano deliziose case con camere in affitto per la notte. Erano le 4 del pomeriggio e mi disposi a sceglierne una.

La prima che vidi era stupenda: un letto enorme, mobili design, grandi vetrate. PerÚ la villa non era direttamente sulla spiaggia, si trovava sull'altro lato della strada, per arrivare al mare bisognava attraversare, fare venti metri. Il paesaggio era oscurato dal passaggio di (rare) auto. Proseguii.

La seconda camera era in una casa piazzata tra le dune. Perfetta posizione, ma le finestre erano piccole, i mobili antichi. Proseguii.

La terza casa aveva una camera in mansarda, enorme e spettacolare, solo che io sono troppo alto, dovevo chinarmi. Proseguii.

... la quarta camera, la quinta, la decima, l'ultima prima che la costa finisse e la strada ripiegasse verso l'interno. A quel punto si era fatto buio, tutti i gatti e le ville erano neri, niente pi_ faceva differenza e la soluzione migliore di tutte, dovevo ammetterlo, era la prima. Ma era troppo tardi per tornare indietro.

Qualche volta fermati, accontentati: il meglio che puoi avere è quel che hai.

Da Navi in bottiglia di Gabriele Romagnoli

Foto A house on the beach di fotografar

lunedì 14 dicembre 2009

Un toujours dans le jamais



Lacrime di coccodrillo. Conosci te stesso, i tuoi limiti e i tuoi desideri.

Meglio prima che sia tardi. Non si può sempre rischiare, perdersi e rincorrersi. O forse sì.

Però ci sono istanti in cui bisogna cercare lo spazio bianco.

Quello in cui spesso le donne si rifugiano, si cullano e si allontanano.

Perchè a noi siamo abituate e ci ripetiamo, Carrie...carry on, ovvero resisti.

Come fanno le donne ad essere così fragili eppure così forti? Di quanti strati è composta la nostra personalità? Quale segreto nascondiamo in fondo al cuore?

Non lo conosciamo, perché se lo conoscessimo forse non ci porteremo dentro quel sottile disagio esistenziale, quell’impalpabile senso di inadeguatezza che ci rende così misteriose e vulnerabili, così sensibili, complicate e imprevedibili.

In questi momenti di riflessione, di silenzio e di bilancio è così che mi sento.

Misteriosa e vulnerabile, sensibile, complicata e imprevedibile.

E nel riguardare luoghi e visi, nel riascoltare parole, sensazioni, nel chiudere gli occhi della ragione e ascoltare la voce dell'istinto, come un sussurro riaffiorano queste righe...

“Stasera, ripensandoci, con il cuore e lo stomaco in subbuglio, mi dico che forse in fondo la vita è così: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. E’ come se le note musicali creassero una nuova specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai.

Sì, è proprio così, un sempre nel mai.

… Perché d’ora in poi andrò alla ricerca dei sempre nei mai. La bellezza, qui, in questo mondo."