martedì 25 novembre 2008

In fila per tre con il resto di due

Anche loro come me sono in fila davanti l'ufficio delle emozioni smarrite

Foto Piccioni in fila di polette2

martedì 18 novembre 2008

Eterni fanciulli

Gli uomini sono dei bambinoni, è inutile negarlo.
Ci proviamo, li innalziamo al ruolo di confidenti, amanti, protettori ( nel senso di cavalieri pronti a difenderci), di eroi a cui ci affidiamo indifese e ingenue, speriamo che il loro arrivo, la presenza ci ripaghi dei bocconi amari, delle delusioni che altri prima di loro ci hanno inferto. Ne facciamo dei principi azzurri e invece sono quasi sempre ranocchi. Simpatici, spesso goffi, buffi e divertenti, ma ranocchi.
In fondo a guardare i principi in circolazione, W i ranocchi. Emanuele Filiberto non me ne voglia, ma urlerò “Ranocchio” finchè avrò voce. E se non funzionasse continuerò anche in altre lingue: Frog (inglese), grenouille ( francese) , rana (spagnolo), лягушка (russo), râ ( portoghese).
Però più di tutto sono in cerca di giocattoli, da una vita e per la prossima a venire.
Giocano con le macchine, con le bambole – specie le bionde Barbie- con la playstation, con il pallone, con la vela, il rugby, la corsa, con qualsiasi sport gli venga in mente, anche il badgminton, ma sempre rapiti dalla loro passione. Come una febbre da cui non guariranno mai. E’ inutile volerli diversi, ci piacciono per questo.
Per quella smorfia sul viso, per gli occhi incollati al televisore, perché puoi presentargli Monica Bellucci in sottoveste, ma se gioca la loro squadra, sono ipnotizzati, puoi persino confessargli un adulterio, tanto ti diranno sempre: ok.
Non ascoltano, di base non lo fanno mai, però in questi momenti è escluso avere una presenza logica, non dico lucida, ma almeno un singolo istante di logica.
In quel loro essere bambini, in quell’inseguire per sempre il “fanciullino” pascoliano risiede il fascino. Smettiamola di ripeterci che vogliamo uomini diversi, questi sono gli unici sul mercato, gli unici capaci di farci battere il cuore.
Uomini con il peluche accanto.
Capaci di intenerirci e innervosirci selvaggiamente nello stesso istante.
Anche se davanti a Silvio e il cu cu ad Angela Merkel veramente non so più che pesci pigliare.
Va bene uomini infantili, però quando è troppo è troppo.
L’unico pensiero che mi viene è che voglio correre ad abbracciare Obama, bello, giovane e abbronzato.
Lui il cu cu mi sa che lo fa a Michelle, “the love of my life” come l’ha chiamata nel suo discorso post vittoria. E mi auguro rigorosamente in camera da letto, in attesa di utilizzare lo studio ovale. Che di giochi, come è noto, ne ha visti molti.

Foto He dreams alone di Fotorita