lunedì 31 marzo 2008

Le cose che mi rendono migliore

Una giornata di sole in riva al mare
Correre la mattina presto
Un buon libro da leggere sorseggiando il primo caffè della mattina
Un bicchiere di Berlucchi rosè
Fare colazione a letto
Amici fidati e presenti
Scrivere per capire
Sorridere agli sconosciuti
Non perdere mai l’ironia
Il profumo della primavera


Loro dicono che noi siamo noiose.
Noi che lo sono loro.
Esiste una bilancia?
Dov’è il punto di confine?
Oggi qualcuno mi ha detto che le donne : “ Cercano qualcuno da divorare”
Bella immagine, molto psicanalitica, molto legata al tema eros-cibo.
E’ realmente così?
O siamo spesso noi ad essere divorate.
Da questo osservatorio vedo più bocconi rigettati che cibi digeriti. Di grandi abbuffate poche.
Anche se quando vogliamo essere perfide lo siamo a livelli competitivi.

domenica 30 marzo 2008

Significati vacui

Non è una vergogna che le parole - cioè il mezzo che noi, poveri uomini, ci siamo dati per comunicare - abbiano un diverso significato a seconda di chi le pronuncia?
E' una consuetudine comune, un vezzo diffuso.
Per qualcuno non è importante: per me lo è.
In questa città ci si muove con noncuranza, si chiacchiera, si vocifera, per noia, per trovare divertimento nella vita degli altri. Le parole vengono pronunciate leggere, senza pensare alle conseguenze. Non è un male del Sud, è solo l'espressione di vite fatte di molti vuoti. E colmare i vuoti con le parole è facile, ma non sono mai quelle giuste. Sono le prime che vengono, quelle semplici e fatue. A volte queste possono essere disturbanti, ma che importa - diranno- passano, tutto passa. E' solo l'attimo da coprire, come un sopramobile, lo appoggi e poi sei sempre in tempo per spostarlo.
Invece come un domino, tutto ha una conseguenza.
Pochi si accorgono di questo.
Basta guardare, io lo faccio, osservo le donne insoddisfatte alle serate mondane, i loro sguardi vacui, le borse costose, le paure inconscie, il tempo che deve essere fermato, la giovinezza inseguita per sempre. Punto gli occhi su uomini distratti, presi da se stessi, dal lavoro, da pensieri lontani. Guardo un mondo che non mi piace, in cui non mi riconosco, ma che molti ricercano e avvicino l'orecchio per carpire le parole.
Sperando che qualche volta qualcuno le pronunzi una che abbia un senso, una profondità. Che tra tante si distingua.

sabato 29 marzo 2008