giovedì 3 aprile 2008

L'unica dipendenza



La vita è fatta di istanti di normalità, di gesti sempre uguali, di monotonia. Ti abitui, pensi che sarà così, ti senti rassicurato dalle piccole abitudini. Fai dei piani, invece l’unico piano che nella vita ha senso fare è quello di non farli (i piani).
Perché tutto cambia. E quello che ieri era importante e fondamentale, diventa inutile.
All’inizio è difficile abituarsi, capire è impossibile. Poi con il tempo tutto trova una ragione, anche quando non c’è.
I giorni scorrono e si reinventano. Il nero diventa grigio, poi poco alla volta ritornano anche i colori.
E con loro ti ricordi le cose che hai imparato.
Pensi a come era, a quando pensavi solo che avresti voluto essere vecchia e che tutto quel dolore fosse solo un ricordo. Pensi alle notti insonni, alla disperazione silenziosa, a quanto hai scavato in te, alla tua immagine riflessa sullo specchio, alle parole che provavi a ripeterti, alla speranza che dovevi infonderti. Ti ricordi la rassegnazione, quanto la odiavi. Non eri tu.Tu che devi sempre combattere per o contro qualcosa.
Per essere viva, per esistere. Invece ti avevano tolto tutto, ti avevano lasciata spettatrice e non protagonista della tua vita.
Quel tempo è passato. Forse non lo sarà mai del tutto, perché siamo fatti di frammenti di ieri e oggi. Però posso dire con fierezza “Io non sono di nessuno. Ho bisogno di amare e di non dimenticare, neppure gli amori passati, per quanto infelici e dolorosi possano essere stati. Ma la dipendenza mai.”
L’unica dipendenza che accetterò mai è quella verso la vita.
Quadro di Riccardo Paternò Castello di San Giuliano

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