venerdì 29 maggio 2009

Un rimpianto incontra una bugia

Potrebbe essere l’inizio di una storia. O un verso di una poesia.
Un rimpianto incontra una bugia.
Ho l’impressione che potrei scrivere un racconto intenso. Ottimo spunto.
Perché avrebbe dentro l’idea del “potresti” insieme a quella di avere una possibilità.
Ci sarebbero sensi di colpa e quell’incredibile certezza del chiedersi “ Cosa ne farò?”.
E tra l’incipit e la conclusione ci sarebbe la scelta.
C’è sempre una scelta.
Questo l’ho imparato. Si sceglie sempre.
Anche quando ci pare di non farlo.
A volte si sceglie di abbandonare, altre di continuare, altre ancora si sceglie semplicemente se stessi.
Con i propri tempi, le digressioni, la lentezza di prendere nuovi ritmi. Battiti lenti alternati a tachicardie, silenzi a voci urlanti, libri e musica.
Può perfino accadere di scegliere la solitudine troppo rumorosa e infinitamente speciale.
E si va in giro con un sorriso stampato in viso, perché per la prima volta si è mandato il mondo all’aria, sovvertito l’ordine ed è divino farlo.
Il rimpianto può dissolversi perché la bugia era inesistente, dissolta lei, non resta altro che la verità.
In genere la verità mi piace, ha un suo potere. Ma – come ho scritto recentemente a qualcuno: “Una domanda mi frulla spesso in testa è: Fino a che punto possiamo dire la verità? Qual è il confine ultimo? Oltre quale punto è impossibile andare?”
Con noi stessi e con gli altri.
Non possiamo capire le persone alla prima occhiata, possono sembrare perfette all’esterno, ma quello che hanno dentro ci racconta tutta un’altra storia.
Il bello è scoprirla quella storia, andare in fondo e arrivare alla verità. L’incredibile gioco della vita è che forse il risultato finale darà risposte veritiere su noi stessi, più che sugli altri. Sul perché cerchiamo qualcuno, sul perché ci affascino bugie e false parole, sulle scelte e le azioni, su quello che avremmo voluto sognare e su quello che è ancora possibile ottenere.
Incontreremo rimpianti, bugie e verità. Ma se siamo fortunati anche chi siamo.

lunedì 4 maggio 2009

Il contrario di uno

Cos’è il contrario di uno? Stanotte potrei scrivere che è quello che hai cercato per tanto tempo, che hai ascoltato nel sussurro del vento, tra le fronde degli alberi, sulla vetta del vulcano, davanti ad un tramonto, tra il panorama di una città e le sue bellezze. Dietro a bicchieri di vino che davano ebbrezza, a note perfette, a concerti suonati per altri. Nelle pagine dei libri che hai amato. E’ quello che si è sgretolato, è quell’uno di due che non ha funzionato.
Invece leggo la contro copertina di un letto libro e l’ultima frase dice: “Due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato.” Il titolo è "Il contrario di uno" di Erri de Luca.
Foto crossing lover di auro

venerdì 1 maggio 2009

Poesia


Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti.
Di parole. Di parole scelte sapientemente.
Di fiori detti pensieri.
Di rose dette presenze.
Di sogni che abitino gli alberi.
Di canzoni che facciano danzare le statue.
Di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti.

Ho bisogno di Poesia.
Questa magia che brucia la pesantezza delle parole,che risveglia le emozioni e dà colori nuovi".
Alda Merini