giovedì 1 maggio 2008

Riti e minuetti

Tutte le città sono uguali, c’è lo stesso rito, ci sono flussi migratori e facce identiche.
Cambiano i nomi dei locali e delle strade, ma in fondo è il mondo a somigliarsi, quindi è normale che le situazioni si ripetano.
Lo scenario è facilmente intuibile. Aperitivo tendente al dopo cena. Uomini in cerca d’avventure, donne apparentemente prede e in realtà spietate cacciatrici. Ci si aggira svogliatamente su percorsi sempre uguali.
Un continuo guardarsi per capire chi c’è, chi è disponibile, chi si può portare chi a casa.
Dialoghi pressoché nulli, le solite cose che si ripetono per noia. Merce in esposizione, come immense macellerie del sesso. Solo tagli di carne.
Ma è realmente quello che vogliamo? Una grande bolla di nulla? E’ questo che ci rende felici alla fine di una giornata lavorativa o meglio di una settimana?
Solo un immenso gioco di finzione, fatto di piccoli minuetti tra i sessi, con poca battaglia. A volte penso anche poco desiderio.
Rapporti veloci, nomi che non si ricordano, usa e getta. Sesso solo sesso.
Eppure sembra che alla fine del gioco nessuno sia contento e tutti aspettino il “to be continued”, la seconda parte.
Nell’attesa che arrivi altro. Rapporti a tre, storie che s’incrociano, li guardo seduta al tavolo, con il mio solito sguardo da rapace, pronta ad afferrare il senso delle parole non dette, i movimenti dei corpi. Alla fine la cosa che più terrorizza tutti e l’unica cosa che ricercano realmente è l’intimità.
Tutti, uomini e donne, cercano solo un posto nel mondo. Un abbraccio a cui tornare, qualcosa che li sollevi dalle fatiche degli aperitivi.
Una sana banale intimità. Ma intanto in mancanza di nulla: let’s go party!
Foto three martinis di Sgt Gooch

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