martedì 27 maggio 2008

Perchè il corteggiamento non esiste più?

In un mondo di Peter Pan e Campanellini, giocare sembra essere diventato l’unico modo possibile per affrontarsi. Ci si affronta secondo tattiche utili più ai giochi di ruolo che non ad una volontà di relazione, retta da qualche forma d’affetto.
E’ come una partita di tennis, dove la palla aspetta di essere rimandata da un punto all’altro della rete, ma i giocatori sono dei palleggiatori. Pochi colpi sotto rete, solo interminabili scambi, spesso noiosi. Tutti in attesa di una reazione. Un uomo si
comporta in un determinato modo perché si aspetta una reazione determinata della donna e viceversa. Faccio questo perché tu, di conseguenza, ti comporterai così.
Non c’è alcun divertimento, le donne troppo prese da se stesse, dalle loro scarpe e borse costose, dalla paccottiglia finta che spazia dal silicone alle labbra o alle tette, dalle unghie posticce, alle chiome appiccicate. Gli uomini troppo annoiati, perché corteggiare richiederebbe tempo e impegno.
Forse per entrambi richiede cervello e sembra materiale estinto.
Così ci si muove come dentro una partita infinita, cercando di guadagnare set e game.
Eppure il corteggiamento contiene quegli ingredienti di desiderio, lusinghe, attenzioni e sguardi che lo rende una cosa straordinaria. Sia per chi corteggia che per chi si lascia corteggiare. E’ un atteggiamento antico, fascinoso e pieno di storia.
Perché perdiamo sempre le cose migliori nel nome della globalizzazione?

Foto di fgross

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