sabato 26 giugno 2010

Ormoni e neuroni

Estate, stagione di leggerezza, di nuovi fermenti, di voglie e desideri.

Di pelle ambrate, seduzioni olfattive, di trasparenze, sensualità e gambe libere, di corpi scoperti e calore. Il sole e la luna comandano, a volte il vento caldo può farci perdere la ragione, come in quei paesi arabi dove quando soffia forte lo scirocco, puoi trovare giustificazioni meteorologiche alla follia degli uomini. Perché è pazzia indotta, dal caldo afoso che impedisce alla mente d’essere lucida.

E gli ormoni vanno a spasso liberi. Girano tra gli ombrelloni, tra gli uffici dove l’aria condizionata non spegne l’ardore, tra aperitivi in riva al mare o su terrazze con vista, tra bagni di folla in cerca di contatti.

Sono le condizioni di sempre, le solite già citate macellerie del sesso pret a porter, dove tutto è facile, veloce, consumato e digerito.

Dove stereotipi della società si ripropongono, escono dallo schermo televisivo, dalle cene politiche, dai convegni professionali, dalle copertine dei rotocalchi rosa e si materializzano in microcosmi sociali che durano due o quattro ore.

Gli ormoni sono assoluti protagonisti, invece i neuroni sono i perdenti. Sono particelle di sodio solitarie in spazi troppo grandi. Solo che questi non urlano: C’è nessuno? Perché stanno egregiamente da soli.

Perché spesso non si può avere il tempo di pensare a cosa mettersi, al colore dello smalto, alla camicia giusta, ai capelli in stile Fabrizio Corona, al trucco da Lolita o alla mise genere Gregoraci prima di diventare madre.

Non si può pure chiedere a chi fa una vita complicata, fatta di lavoro interinale, di precariati e call center, di provini per il Grande fratello edizione 25, di pensare pure a trovare gli argomenti. E’ già un’impresa trovare il colore giusto per i colpi di sole o avere il tempo per la depilazione, siamo uomini e donne sopraffatti dalla velocità. Abbiate pietà!

E poi di cosa si dovrebbe parlare? Di politica? Meglio evitare, argomento spinoso, con un alto tasso di litigiosità e con un unico vero modello irraggiungibile che farebbe venire la depressione a chiunque. Ovvero lui, nostro signore Silvio da Arcore, l’uomo dei sogni, Quelli degli altri e i suoi (oserei dire più dei suoi bisogni – processuali soprattutto-). Allora tentare con l’attualità…ci sono i mondiali, però le donne non sempre apprezzano e poi vista la figuraccia dei campioni del mondo 2006, voltiamo pagina. Rimane la moda, il gossip, i luoghi comuni e il personale.

In ordine: la moda per un uomo fa subito gay e per una donna è indice di frivolezza; il gossip funziona sempre ma il dilemma è “ Locale o nazionale – internazionale?”.

Angelina e Brad si sposeranno in Italia? George Clooney è etero o gay? Falco, il povero bambino di Briatore, supererà lo shock da sequestro di mega yacht? Oppure buttarsi sul sano pettegolezzo della porta accanto? Sul genere: ma tu lo sapevi che Maria sta con Riccardo e Marco contemporaneamente? E tutti sono più o meno consenzienti?

Anche lì è rischioso, perché potrebbero trovarsi davanti a due tipi di risposte. La prima: Beati loro almeno hanno il meglio e da lì essere tacciati di assoluti libertini e gente di pochi valori. Oppure la seconda: partire con una crociata da neo conservatori o da ciellini in vena di predica e si è rovinati per almeno venticinque minuti. A quel punto in entrambi in casi non si è arrivati all’obiettivo finale. Anzi ci si è drammaticamente allontanati dal possibile “contatto”.

Rimangono i luoghi comuni, tipo non esiste più la mezza stagione, che invece quest’anno, a giudicare dal clima sta pensando di ritornare, in barba a noi e al nostro vano tentativo di comunicare. Allora rimane il personale.

E che ci si dice?

Chi è più abituato a mettersi in gioco a raccontare ferite, fallimenti e dolori, chi ha voglia di scoprire un solo singolo frammento dell’anima? No questo decisamente è da escludere, sarebbe come presentarsi quasi come i disperati del mare. Come immigrati in cerca di un mondo migliore. Pronti a sconfiggere il mare, le fatiche pur di approdare ad un porto. E l’altro avrebbe già davanti il gommone che affonda, la fame e la sete. Immagini apocalittiche che lo indurrebbero a scappare alla seconda parola.

E allora ci si butta, sul : Come stai? Che tanto non vuole dire nulla, non vuole sapere nulla e poi può essere richiesto pure al secondo giro d’incontro nella stessa serata.
Al limite se qualcuno/a si dovesse ricordare che l’avete già chiesto, si può provare ad essere brillanti e dire: Beh ma era un’ora fa, tutto può cambiare.

Attribuendo al destino poteri meravigliosi e a voi entusiasmo e voglia di sogni.

Così i neuroni sono diventati anch’essi specie protetta.

Vorrebbero un sindacato, qualcuno che li difenda. Perché magari qualcuno arriva anche a possederne quattro o cinque e sta già sviluppando il concetto di cooperativa, pensa che unendosi il mondo sarà migliore.

Ma la domanda che spesso mi pongo, osservando questo meraviglioso circo, con scopi puramente antropologici è : Chi lo vuole realmente migliore?

In fondo con un solo neurone si potrebbe vivere egregiamente, mentre mi aggiro con il mio cocktail in mano, curiosa di carpire frammenti di conversazioni, mi sembra che i protagonisti della serata sono felici, raggianti.

Donne che non ricordano che Pasqua cade sempre di domenica e uomini per cui il condizionale potrebbe essere una variazione allo schema di gioco della nazionale.

Loro sono anime felici. Semplici e diretti.

Dovrei fare dei corsi intensivi, con sessioni speciali.

Tutto sarebbe più semplice. Incarnerei l’ideale di molti maschi italici, compreso qualcuno a cui sono molto legata. Ma ho il vago sospetto che in molti stiano mentendo.

Perché in fondo i neuroni hanno una funzione interessante, quando girano e creano sinapsi nel cervello stimolano pure l’endorfina, che poi è l’ormone della felicità.

In fondo non sono una dicotomia, sono come specchi riflessi.

E trovare neuroni e ormoni in una sola persona, non sarebbe poi male.

Perché per qualche cervello bacato e complicato – come il mio, per esempio- esiste ancora un universo parallelo dove gli aggettivi seducono,i sostantivi annoiano, e gli uomini che sanno usare il congiuntivo possono, con la sola parola, essere fonte d’orgasmo.

E i verbi al condizionale? E gli avverbi?



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