mercoledì 15 ottobre 2008

Una sera a Colonia

Che cosa posso insegnarti io? Pochissimo, al massimo raccontarti qualcosa che credo possa aiutarti. Tipo: la senti questa musica che ho nell'auto mentre guido da New Orleans verso Baton Rouge? No, esatto, non è un blues, è Keith Jarrett al piano, da solo, a Colonia, una sera del 1975 (il 24 gennaio del 1975). E' una musica stupenda, sì, questo cd ha venduto 3 milioni e mezzo di copie. E' considerato il picco più alto della sua carriera, l'improvvisazione più riuscita forse di tutti i tempi. E, vuoi sapere?

Keith Jarrett, quando salì sul palco, veniva da due notti insonni, non si reggeva in piedi. Aveva espressamente richiesto un pianoforte che non era arrivato. Quello in dotazione nella teatro gli era parso inadatto, insoddisfacente, l'aveva provato, si era alzato aveva annunciato che il concerto era annullato. Poi, all'ultimo, aveva cambiato idea. I tecnici del suono decisero solo in extremis di mettere i microfoni per registrare la musica per gli archivi, per dovere di cronaca. Alle prime note qualcuno rise, tanto erano fuori registro. Poi fu silenzio. E questo.

Un amico di Jarrett spiegò così quel che accadde: "Probabilmente suonò in quel modo perché non aveva un buon pianoforte. Dato che non poteva innamorarsene, cercò un altro modo di tirarne fuori il meglio".

Non sai mai quando stai per dare il meglio di te, certo non sarà quando sei preparato per farlo. Né sai quando otterrai da qualcuno o qualcosa il meglio. Certo non sarà qualcuno o qualcosa che ti si presenta alla perfezione, senza un problema. Sarai solo sul palco e non avrai una seconda possibilità. E, il più delle volte, non ne tirerai fuori niente. Una volta, però, tutto potrà risultare indimenticabile.

Dice Keith Jarrett: "Vorrei che quel concerto fosse dimenticato, dobbiamo imparare anche a dimenticarla, la musica, o vivremo sempre nel passato".

Prima, però: suonala ancora.

Gabriele Romagnoli


Foto pianoforte di rosping

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