mercoledì 22 ottobre 2008

Amarcord catanese

A volte ritornano. Ci sono le serate revival. I pomeriggi giovani e gli anni Ottanta. Yuppies e l'edonismo reganiano.
Mancavano le spalline, mancavano alcuni tagli vaporosi e cotonati – anche se ad alcuni con gli anni mancavano proprio i capelli –mancava la puzza di fumo, quella nebbia da prima della legge, poi il revival c’era tutto.
Condito dalla presenza di signorine e signorini che negli anni Ottanta forse stavano nascendo. Per aggiungere la dose di cattiveria quotidiana - che serve a restare vitali - si potrebbe raccontare di “gabbie aperte” con materiale in libera uscita. Costantini e tronisti di recupero, panterone o aspiranti tali. Di certo la merce era in esposizione, tutta sulle mensole del supermercato, packaging dai gusti discutibili, ma c’era tutta. In abbondanza.
Tacchi e corsetti bondage, minigonne e scollature, la sobrietà dimenticata insieme ad una certa dose di conversazione, forget about cultura. Ma quella non è mai richiesta.
A parte questo piccolo panorama alieno, per il resto poteva essere un pomeriggio giovani.
La gente, il clima, la musica. Molti si sono persi per strada, o meglio a casa con bambini e suoceri.
Qualcuno era più difficile da riconoscere, altri intatti come dopo ibernazione.
Un bicchiere un mano, la conversazione intorno al bar.
Alcune cose non cambiano mai.
Passano gli anni, ma non le abitudini. Come se ritrovarle fosse immediato.
L’osservazione degli uomini, i loro sguardi persi dietro tubini di pizzo, calze a tema, trucchi pesanti– decisamente poco adatti al look da Mc Intosh -.
Un “come eravamo” riuscito, così tanto da aver trasportato anche gli allergici ai locali.
Quelli che “frequentavo, ma non amavo nemmeno allora”.
Però poi la nostalgia vince su tutto, specie nella fascia dei quarantenni.
Quella voglia di recuperare per un attimo la leggerezza. Di risentirsi adolescenti.
Per quello basta la musica, basta rivedere gli amici suonare la chitarra, ricordarsi dei concerti al liceo, dei ricordi di allora, il resto non conta. Ti lasci trascinare dalle note e la mente vola. Pericoloso scongelarli.
E comunque una cosa rimane identica, le relazioni e i balletti uomo donna.
Anni Ottanta, Novanta, Duemila…non cambia nulla.
Dietro non ci vedo nessuna crescita, nessuna regressione, tanto inutile tempo sprecato.

1 commento:

Fedro ha detto...

Eh si! gabbie aperte e poca cultura. molti si nascondevamo dietro vera ignoranza vestita di finta leggerezza... e alcuni ci si nascondono ancora. La voglia di continuare a vestirsi come allora, sentire la stessa musica, dire le stesse cose, bere lo stesso drink. Come se questo bastasse a ritornare indietro! oppure no... forse mi sbaglio forse molti di loro si sono accorti di non aver mai vissuto quegli anni, di non averli vissuti veramente. allora revival. una ultima occasione. vivere oggi il non vissuto allora. forse e' cosi'! spiegherebbe perche' da quel giorno chiunqu incontri ti dica: " peccato! solo una sera! dobbiamo organizzarne altre. quella si che era musica, quella si che era divertimento".
Davanti non ci vedo nessuna crescita, nessuna regressione, tanto inutile tempo sprecato....!