giovedì 14 gennaio 2010

Variazioni Goldberg

Camminare di notte, il rumore dei tacchi sulla strada. Due figure appaiate, lui alto e lei con i tacchi che prova ad avvicinarsi, con quella femminilità traballante.
Una musica esce da un locale. Gli amici entrano. C’è un concerto jazz.
E’ uno di quei locali bui e fumosi. Sì qui si fuma ancora – sembra di essere tornati indietro di quasi 10 anni- il bancone è lungo. I tavolini piccoli e sparsi, un apparente palco e un trio ageè. Il sax che suona, note riconoscibili e sconosciute.
Loro due si fermano sull’uscio, quasi fossero impauriti dal fumo, come se volessero scappare. La musica accompagna i pensieri di lei che corrono veloci. Vorrebbe poter dire tante cose, ma resta in silenzio. Perché sente che è solo quello che sa fare adesso.
Un silenzio che l’accompagna, la tranquillizza non l’inquieta.
Si guardano, hanno continuato a farlo sempre, di sottecchi, sfacciatamente o velatamente.
Entrambi hanno bisogno d’aria, escono e sulla sinistra c’è una panchina.
Ideale per godere della notte, di una città nuova. Perché a volte non avere nessun soffitto aiuta i pensieri, le emozioni, come se tutto potesse librare in aria.
Come se si lasciassero trascinare da una percezione d’allegria che sentono nell’aria.
Avrebbe un’incredibile voglia di mettersi a ridere, perché è il sistema perfetto per sconfiggere la paura.
Perché la paura è che non sappia cogliere il momento.
Quello della complicità, quello dell’essere lì insieme.
Le vengono in mente ……."Don't walk ahead of me, I may not want to follow. Don't walk behind me, I may not want to lead. Just walk beside me and be my Friend..."
Ma lei non vuole un altro amico. Loro non lo sono.
Basta guardarli per capirlo.
Invece continuano a raccontarsi una storia.
E a giocare con l’ambiguità.

Hanno fatto un pezzo di strada insieme, non subito, si sono conosciuti, piaciuti, scrutati con attenzione, cauti e ironici. Poi si sono rivisti, uno sguardo, raccontarsi, qualcosa che accade. Svegliarsi nello stesso letto ma poi ricominciare. Un’ amicizia intima che non disdegna le lusinghe di una reciproca seduzione mentale, ma fugge come la morte le insidie dell’ipocrisia.
Però si dimentica che esistono varianti, come le variazioni Goldberg suonate da Glenn Gould. Sono variazioni e sono straordinarie.
Non sempre però c’è il tempo di comprendere, forse solo di vivere.
C’è un tempo che ci è dato e un altro che avremmo voluto.
In mezzo ci sta la vita, che è affar nostro.

Foto Il mio posto nel mondo di ladonnachecamminasuipezzidivetro

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