sabato 7 novembre 2009

Dalla mia finestra

Tema: cosa vedi dalla tua finestra?
Svolgimento: dalla mia finestra non vedo l’ora di scendere a giocare. Tutti ti aspettano di sotto. Scendi, scivola giù con lo scivolo che striscia con la gonna, i pantaloni. E vuoi l’applauso quando arrivi. Tutti ti offriranno, aranciate, rosolio d’amore, sakè di follia, acqua fresca, semplice come un bacio adolescente.

Sarebbe bello poter scrivere questo, però non è sempre così.
Dalla mia finestra vedo silenzio e incomprensioni. Vedo gente che si gira intorno con un’immensa paura di scoprirsi, vedo la verità che fa male. La superficialità che domina, ma solo perché è la scelta più ovvia, più semplice.
Tutti vestono di nero, i colori sono aboliti, tutto uniformato. Le chiacchiere, le parole, le idee.
E ci si guarda senza vedersi, si pongono le stesse domande banali, dove nulla si chiede e nulla si risponde.
Uomini e donne si osservano, partono dalla fine – come disse un mio amico- e non hanno più voglia di scoprire l’inizio.
Una volta era tutto diverso, era tutto più semplice. Come l’acqua fresca e il bacio adolescente.
Ora si sta in bilico, perché l’ambiguità è più comoda. Ma nessuno sa più dove sia la felicità.
Quella del singolo istante. Del momento perfetto, dell’attimo giusto. Perché di istante si tratta, ma a volte vale la pena rischiare per un solo istante. Meglio dei minuetti senza conclusione. Tira e molla, detti e non detti.
Adoro giocare, ma quando il gioco è diretto, allegro, spontaneo. Se anche quello diventa strategico mi annoia. Come molte delle parole che ascolto. Come quest’ossessione sul sesso. Questo blog si chiama sex and ct, ma intorno non esiste più quel sesso ludico e sano delle ragazze di Sex and the city.
Le appassionate del serial, le donne che tra il 1998 e il 2004 avevano tra i 30 e i 40 anni, si specchiavano in quelle ragazze intelligenti, libere, e non sempre felici: per le quali, dopo tanto girovagare, e gioire, e penare, per tutte, per Carrie, Miranda, Samantha, Charlotte, arrivava l'uomo giusto, il lieto fine.
Oggi ancora più di ieri, le ragazze del Sesso e della Città, ferme nel tempo della fiction, sono ammirevoli: perché fanno l'amore per sesso e sentimento, per passione e curiosità, ma sempre per se stesse: nessuna, mai in tutta la lunga serie di puntate, lo fa, come pare di moda adesso, in cambio di qualcosa, denaro o carriera.
Invece la realtà odierna è fatta di scambi, denaro, carriera, potere. Non c’è più quel vivere in maniera intelligente e libera.
Oggi siamo di corsa su tutto. Siamo precari su tutto.
Sempre di passaggio. Senza territorio. Non abbiamo un posto fisso - non mi riferisco solo al lavoro. E, forse, neppure lo cerchiamo. Per ora, almeno. Domani chissà.
Però domani è troppo avanti, troppo in là, troppo futuro, per una società - e una generazione - dove il futuro, più che imprevedibile, è imprevisto.
Dalla mia finestra oggi vedo colori autunnali e tocchi di grigio, però continuo a sperare che i miei occhi da bambina possano tornare a vedere giochi colorati.

Foto Finestra di I-Dave

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