
Dicono che gli anniversari debbano essere festeggiati. Perché le parole servono anche a questo, a creare legami, ricordi, a costruire puzzle.
Ne abbiamo vomitate di parole. Senza sosta, con ansia, bisogno, con desiderio e pace.
Abbiamo fatto diecimila passi da quella prima conversazione.
Appoggiati a divani, davanti alla fiamma di un camino oppure sotto le stelle, tra cuscini di piume e fili d’erba. Ascoltando voci che si confondevano con pianoforti. Piano- forte, lentamente. Con menti lente che finalmente cominciavano a rilassarsi, ad abbandonare sogni sognati. Giocando con le parole, come con le corde di violini, da suonare con forza per farle vibrare, come con le corde del cuore, quando si spezzano e provi ad aggiustarle, e tu lo sai, che non sono più capaci di cantare le melodie di una volta.
Eppure hai ancora voglia di cantare al karaoke.
E c’è ancora molto da sorridere, perché c'è tanto ancora da ascoltare, da giocare. Lentamente o pianoforte. Con un bicchiere di gin tonic tra le mani o assaporando un buon vino, leggendo racconti, mentre affronto il mio pudore e ti leggo lettere ancora lì, mezze aperte, in attesa di risposte che non arriveranno. Il desiderio e la voglia di farci un aeroplano con tutte le parole non dette, per fargli definitivamente prendere il volo. Per sempre. Lontano. E pensare ad una frase letta "Le persone infelici non le guarda nessuno". Di certo non siamo noi.
Forse lo siamo stati, ma la vita è come una giostra. Su quei cavalli colorati tutti prima o poi facciamo la nostra corsa.Qualche cavallo si ferma, a volte inaspettatamente, prima degli altri.Tu ti volti a guardare chi è rimasto indietro, senza poter far nulla.Allora prosegui la tua corsa portando con te l'immagine delle persone che ami e che hai amato.L'importante, credo, sia impegnarci affinchè queste corse, nonostante a volte siano faticose, portino ad una mèta, qualsiasi essa sia per noi.
Di certo in questi mesi abbiamo lasciato piccole orme.