sabato 28 novembre 2009

Colonna sonora di parole in libertà

"Certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica. Perchè ci sono legami che sono semplicemente...destinati ad essere." - M. Grey -

domenica 15 novembre 2009

Weekend di città

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà, se c’è né uno, è quello che è già qui, l’inferno che abbiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce fatale a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio.
Italo Calvino, Le città invisibili

Basta saper riconoscere con chi e a cosa ci si può dedicare con attenzione e apprendimento.
Grazie per un fantastico weekend di sole, voci del mare, parole, profumo di libri, persone interessanti, fotogrammi di scarpe rosse e pomodori, paesaggi di Lanzarote, brunch in cortile, arte contemporanea e film catastrofici.
Ma anche di ipotetici sogni che forse cominciano a prendere forma.

Foto di Ugo Mulas ritratto di Lucio Fontana

martedì 10 novembre 2009

lunedì 9 novembre 2009

Pezzi di muro


Ci sono giorni in cui si scrive la Storia, in cui si spera e si crede in un nuovo mondo da scoprire.
E alcuni anniversari vanno ricordati.
Ed è anche l'occasione speciale per ricordare alla mia amica fotografa quanto sia sensibile il suo sguardo sul mondo.
Foto Pezzi di muro di fotografaindivenire

sabato 7 novembre 2009

Dalla mia finestra

Tema: cosa vedi dalla tua finestra?
Svolgimento: dalla mia finestra non vedo l’ora di scendere a giocare. Tutti ti aspettano di sotto. Scendi, scivola giù con lo scivolo che striscia con la gonna, i pantaloni. E vuoi l’applauso quando arrivi. Tutti ti offriranno, aranciate, rosolio d’amore, sakè di follia, acqua fresca, semplice come un bacio adolescente.

Sarebbe bello poter scrivere questo, però non è sempre così.
Dalla mia finestra vedo silenzio e incomprensioni. Vedo gente che si gira intorno con un’immensa paura di scoprirsi, vedo la verità che fa male. La superficialità che domina, ma solo perché è la scelta più ovvia, più semplice.
Tutti vestono di nero, i colori sono aboliti, tutto uniformato. Le chiacchiere, le parole, le idee.
E ci si guarda senza vedersi, si pongono le stesse domande banali, dove nulla si chiede e nulla si risponde.
Uomini e donne si osservano, partono dalla fine – come disse un mio amico- e non hanno più voglia di scoprire l’inizio.
Una volta era tutto diverso, era tutto più semplice. Come l’acqua fresca e il bacio adolescente.
Ora si sta in bilico, perché l’ambiguità è più comoda. Ma nessuno sa più dove sia la felicità.
Quella del singolo istante. Del momento perfetto, dell’attimo giusto. Perché di istante si tratta, ma a volte vale la pena rischiare per un solo istante. Meglio dei minuetti senza conclusione. Tira e molla, detti e non detti.
Adoro giocare, ma quando il gioco è diretto, allegro, spontaneo. Se anche quello diventa strategico mi annoia. Come molte delle parole che ascolto. Come quest’ossessione sul sesso. Questo blog si chiama sex and ct, ma intorno non esiste più quel sesso ludico e sano delle ragazze di Sex and the city.
Le appassionate del serial, le donne che tra il 1998 e il 2004 avevano tra i 30 e i 40 anni, si specchiavano in quelle ragazze intelligenti, libere, e non sempre felici: per le quali, dopo tanto girovagare, e gioire, e penare, per tutte, per Carrie, Miranda, Samantha, Charlotte, arrivava l'uomo giusto, il lieto fine.
Oggi ancora più di ieri, le ragazze del Sesso e della Città, ferme nel tempo della fiction, sono ammirevoli: perché fanno l'amore per sesso e sentimento, per passione e curiosità, ma sempre per se stesse: nessuna, mai in tutta la lunga serie di puntate, lo fa, come pare di moda adesso, in cambio di qualcosa, denaro o carriera.
Invece la realtà odierna è fatta di scambi, denaro, carriera, potere. Non c’è più quel vivere in maniera intelligente e libera.
Oggi siamo di corsa su tutto. Siamo precari su tutto.
Sempre di passaggio. Senza territorio. Non abbiamo un posto fisso - non mi riferisco solo al lavoro. E, forse, neppure lo cerchiamo. Per ora, almeno. Domani chissà.
Però domani è troppo avanti, troppo in là, troppo futuro, per una società - e una generazione - dove il futuro, più che imprevedibile, è imprevisto.
Dalla mia finestra oggi vedo colori autunnali e tocchi di grigio, però continuo a sperare che i miei occhi da bambina possano tornare a vedere giochi colorati.

Foto Finestra di I-Dave

domenica 1 novembre 2009

L'aquilone della fantasia e l'arte della poesia

Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia legalo con l'intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie. Fa delle tue mani due bianche colombe che portino la pace ovunque e l'ordine delle cose. Ma prima di imparare a scrivere guardati nell'acqua del sentimento.
Alda Merini
Foto Kids, kites and beaches di Shasha H